Parlare di aggressività nel cane suscita spesso paura o pregiudizio. Ma fermiamoci un momento. Cosa c’è davvero dietro un ringhio, uno scatto o un morso?
L’aggressività non è un "difetto di fabbrica", non è una colpa. È una forma di comunicazione. Una richiesta. Un allarme. Un modo che il cane usa per dire: “qualcosa non va”.
Aggressività non è cattiveria
Partiamo da un concetto fondamentale: i cani non sono cattivi. L’aggressività è un comportamento naturale che ha una funzione biologica, cioè quella di proteggere se stessi, il proprio territorio o le risorse.
Anche noi, quando ci sentiamo minacciati, possiamo reagire con aggressività. Il cane fa lo stesso, ma con il suo linguaggio.
Le principali cause dell’aggressività
Paura
La paura è la causa più comune. Il cane si sente in pericolo e, se non può fuggire o nascondersi, può reagire attaccando.Questo succede spesso nei cani che hanno subito traumi, punizioni o esperienze negative, o che non hanno imparato a gestire gli stimoli da piccoli.
Dolore o malessere fisico
Un cane che prova dolore può diventare reattivo, soprattutto se toccato in modo inappropriato. Prima di parlare di “problema comportamentale”, è essenziale escludere un problema medico.
Frustrazione
Un cane trattenuto al guinzaglio davanti a uno stimolo forte (un altro cane, un odore, un gioco) può diventare frustrato e trasformare quell’energia in aggressività. Questo è noto come aggressività da frustrazione.
Protezione delle risorse
Cibo, giocattoli, il proprio umano, perfino lo spazio personale: il cane può difendere ciò che ritiene importante. Questo comportamento si chiama resource guarding, ed è naturale in molte specie.
Mancata socializzazione
Un cane che non ha avuto modo di conoscere altri cani, persone, ambienti e situazioni nei primi mesi di vita può sviluppare reazioni aggressive di difesa.
Emotività disregolata
Proprio come noi, alcuni cani faticano a gestire le proprie emozioni. Se non ricevono strumenti per farlo (come esperienze graduali, routine sicure e contesti di apprendimento positivo), possono reagire in modo esplosivo.
Cosa fare e cose da evitare
Da fare:
Osservare senza giudicare: ogni comportamento ha un motivo.
Rivolgersi a un professionista (meglio se con approccio empatico e basato sul coaching cinofilo).
Offrire contesti in cui il cane possa sentirsi al sicuro.
Lavorare sulla fiducia, non sulla sottomissione.
Da evitare:
Urlare o punire il cane: alimenta la paura e peggiora la situazione.
Esporre il cane a stimoli forti “per fargli fare esperienza” (tecnica dell’esposizione forzata).
Isolarlo: l’aggressività cresce nella solitudine e nella confusione.
L’aggressività è una finestra sul disagio, non un’etichetta. È un messaggio che il cane ci manda quando ha finito le parole.
Ascoltarlo significa iniziare un percorso nuovo, fatto di empatia, comprensione e consapevolezza.
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